lunedì 9 luglio 2007

L'EROE DELLA FRONTIERA DI GHIACCIO

L’affascinante avventura delle esplorazioni vide, agli inizi del Novecento, una corsa verso la scoperta dei poli terrestri. Giocarono in questa corsa anche interessi economici e scientifici, ma indubbiamente la spinta venne dal fascino dell’avventura, dal mettersi alla prova in sfide ai limiti dell’impossibile. E in effetti le numerose spedizioni allestite per raggiungere i poli terrestri, pur contando sull’appoggio degli Stati, videro gruppi di ardimentosi cimentarsi in imprese che mettevano a repentaglio la vita di coloro che si spingevano verso questi estremi.Il libro L’eroe della frontiera di ghiaccio racconta la storia di uno di loro, un marinaio che diede un contributo fondamentale per la scoperta del continente antartico: Tom Crean. Robusto irlandese nato in un povero villaggio di contadini, si arruolò in marina quindicenne e trascorse quasi nove anni in Antartide prendendo parte alle spedizioni condotte dai due più celebri esploratori dell’epoca: Scott e Shackleton. Raccontando la storia di Crean, Michael Smith fa la cronaca di tre spedizioni: la Discovery, Terra Nova e l’Endurance, evidenziando l’importante ruolo che i marinai ebbero nel portare a termine i compiti che venivano loro assegnati. Tom Crean è il simbolo dei tanti marinai che parteciparono a queste spedizioni al limite dell’impossibile, rischiando giorno per giorno la vita e in molti casi perdendola nel coraggioso tenntativo di raggiungere e scoprire le distese di ghiaccio dei due poli terrestri. Questo libro rende onore a tutti questi grandi e sconosciuti esploratori.
IL BRANO:
Il vento impetuoso e le temperature glaciali infierirono sui due uomini stremati, incapaci di percorrere un altro metro. Avevano trainato con coraggio il loro collega per 160 km attraverso uno dei terreni più ostili del pianeta. Ma ora ogni forza li aveva abbandonati e la battaglia era praticamente giunta al termine.Col cuore pesante, montarono la tenda e poi trasportarono al riparo il compagno agonizzante. Lo stesso Evans, conscio di avvicinarsi ormai alla fine, ricordava di essere stato trascinato “dai due compagni affamati, esausti e disperati, in una tenda sulla Grande Barriera Ghiacciata, all’ombra del Monte Erebus”. 22 Riferì che lo avevano adagiato sul sacco a pelo di Crean e aggiunse: “Pensai che mi stessero calando nella tomba”.23Crean e Lashly uscirono dalla tenda e tennero un rapido conciliabolo. Evans li sentì parlare e poi raccontò di aver percepito “una nota di tristezza nelle loro voci, ma anche una notevole determinazione in tutto ciò che si dissero”.24 Non erano più in condizione di trasportare oltre il tenente Evans con i viveri ridotti quasi a zero. Lasciarlo solo avrebbe significato condannarlo a morte, anche se forse sarebbe servito a salvare le loro vite. Tantomeno potevano aspettarsi l’arrivo di soccorsi. In queste tragiche circostanze avevano una sola possibilità. Uno degli uomini sarebbe rimasto indietro con Evans e l’altro avrebbe proseguito a piedi fino a Hut Point, distante 56 km, sperando di trovare al campo-base qualcuno che potesse essere di aiuto. Era un’altra iniziativa quasi priva di speranza, da parte di due uomini disperati, ma, come nelle occasioni precedenti, essi non disponevano di alcuna alternativa.In quel momento Crean prese una delle decisioni più coraggiose della sua vita e si offrì come volontario per raggiungere Hut Point, lasciando Lashly ad assistere Evans. Aveva fatto una scelta simile circa un anno prima quando, essendo l’unico membro del gruppo con un po’ di esperienza, si era avventurato da solo in cerca di aiuto per Bowers e Cherry-Garrard, bloccati su una lastra di ghiaccio galleggiante con i pony. Allora però, era in ottima forma fisica, ben riposato e a stomaco pieno. Ora invece, in procinto di partire per un’epica impresa, era intirizzito, stava morendo di fame e di sete ed era sfinito dopo aver trascorso mesi a trainare la slitta su un percorso di quasi 2.420 km. Persino Crean, sempre fiducioso delle proprie capacità, deve aver dubitato delle proprie possibilità di sopravvivere.
L'AUTORE:
Michael Smith, da trent’anni apprezzaro editorialista di economia e politica, è stato corrispondente e Industrial Editor del Guardian, City Editor dell’Evening Standard di Londra, Business Editor dell’Observer e ha collaborato con l’Irish Times e l’Irish Independent. Da tempo nutre un profondo interesse per l’esplorazione polare e questa è la sua prima biografia storica. Vive vicino a Londra con la moglie e due figli.
SCHEDA:
Michael Smith
Effemme Edizioni
Collana:Pagine del Mare
€ 19.50
Pagine 432
Anno 2006

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